Creata in occasione di Crossroads 2018, torna in scena la produzione originale dedicata a Doris Day che prende il titolo da una sua indimenticabile canzone: “Que sera, sera”. A intonare le melodie del repertorio della “fidanzata d’America” ci sono due stelle della musica italiana: Paolo Fresu e Petra Magoni. Un insolito abbinamento che mette in risalto le peculiarità di ognuno dei due artisti, il soffio lirico della tromba di Fresu e la magnifica intensità interpretativa della Magoni.
Alle loro spalle si allarga l’ampio organico jazz-sinfonico dell’Italian Jazz Orchestra diretta da Fabio Petretti, che firma anche gli arrangiamenti assieme a Massimo Morganti e Michele Francesconi. Sullo sfondo del palco saranno proiettate immagini di repertorio che colgono Doris Day in alcuni dei tanti momenti salienti della sua carriera cinematografica (costellata di film sotto la direzione di Michael Curtiz, Alfred Hitchcock, Gene Kelly…), televisiva e musicale (soprattutto come cantante di big band).
Doris Day (1922-2019), la più amata “fidanzata d’America”, a soli 18 anni aveva già intrapreso la difficile arte di cantante di big band. A 25 anni, aveva già collezionato alcuni hit discografici. Michael Curtiz la conobbe durante una festa, e nel 1950 la scritturò per il film sulla biografia di Bix Beiderbecke Chimere, con Kirk Douglas e Laureen Bacall. Così iniziò una strepitosa carriera da attrice, che però non oscurò mai il suo talento di cantante, ma anzi lo comprese valorizzandolo. Nel medesimo periodo fu partner di Bob Hope alla radio. A cavallo fra gli anni ’40 e ’50, le sue fortune vengono ancora dal mercato discografico con “It’s magic” (da Amore sotto coperta), “Love Somebody”, “Again”, “Sugar Bush” (con Frankie Laine) e una meravigliosa versione di “Bewitched”. Un’assoluta spontaneità, un paio di occhi sorridenti, una simpatia naturale, una sensualità acqua e sapone, come il tempo richiedeva, hanno contribuito a farla emergere come una star. Caratteristiche evidenti perfino nei ruoli drammatici, quali quelli in Amami o lasciami, a fianco di James Cagney, o nell’hitchcockiano L’uomo che sapeva troppo, assieme a James Stewart (memorabile nel finale mozzafiato la sua “Que sera, sera”). Ma è nelle commedie di successo che queste qualità risaltano, a fianco di attori brillanti quali Cary Grant (Il visone sulla pelle), Jack Lemmon (Attenti alle vedove), David Niven (Non mangiate le margherite) e soprattutto Rock Hudson, col quale diede vita a un sodalizio che per il pubblico americano avrebbe rappresentato la “guerra fra i sessi” in maniera ironica e divertente.