Mauro Ottolini è il leader di alcune delle più sorprendenti formazioni della musica creativa italiana: gli Smashing Triad(s), i Lato Latino, l’orchestra Ottovolante, ma sono gli immaginifici Sousaphonix ad aver contribuito più di ogni altro gruppo alla sua fama. Con questa band dall’organico ampio e variabile, che rivela al massimo grado il suo amore per il jazz antico e contemporaneo, sorvolando piuttosto l’era di mezzo del bop, Ottolini è stato meritatamente travolto dal successo, vincendo anche il Top Jazz nel 2012. E nel corso degli anni ha sfornato dischi memorabili (The Sky Above Braddock, Bix Factor, Musica per una società senza pensieri) e dato vita a numerosi programmi musicali, come la notevole sonorizzazione dal vivo del film di Buster Keaton Seven Chances e l’omaggio alle canzoni di Luigi Tenco, nato su richiesta proprio del Club Tenco.
Con “Inferno”, diretto nel 1911 da Francesco Bertolini, Ottolini torna a cimentarsi con la sonorizzazione dal vivo, in un’accezione particolarmente creativa, scegliendo un’opera che è al contempo una rarità e un momento fondamentale del cinema muto italiano. Nell’anno del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri, Ottolini affronta la sfida di ‘suonare’ la prima cantica della Divina Commedia. La sua colonna sonora rivela venature rock e visionari connotati pulp che si sposano con l’eccentricità degli effetti speciali ante litteram della pellicola, avveniristici per l’epoca in cui il film fu realizzato. L’opera cinematografica (che si vedrà nella copia restaurata dalla Cineteca di Bologna) è una pietra miliare del genere in costume per il quale si distinsero i produttori italiani negli anni Dieci. Fu il primo lungometraggio a utilizzare in maniera audace gli effetti speciali: al suo apparire segnò una rivoluzione nella storia del cinema, un’impresa produttiva senza precedenti. A dare voce alle terzine dell’Inferno, ci sarà l’attore Alessandro Anderloni, che è anche il ‘drammaturgo’ del progetto.
Nato a Bussolengo (VR) nel 1972, Ottolini abbandona il suo posto nell’orchestra dell’Arena di Verona, per darsi alla vita girovaga del jazzista. Suona con Frank Lacy, Trilok Gurtu, Kenny Wheeler, Han Bennink, Carla Bley, Steve Swallow, Tony Scott, Maria Schneider, Franco D’Andrea, Enrico Rava e si ritaglia un posto al fianco dei big della canzone italiana, anche come arrangiatore (Negramaro, Lucio Dalla, Antonella Ruggiero, Vinicio Capossela, Malika Ayane, Raphael Gualazzi ma anche Luciano Pavarotti e Amii Stewart).