Craig Taborn, Ralph Alessi e Ches Smith sono musicisti accomunati da una linea estetica condivisa, un jazz progressista e sofisticato, oltre che da già rodate collaborazioni. Ma questo loro abbinamento in trio è una novità tutta da scoprire.
Craig Taborn, nato a Minneapolis nel 1970, per DownBeat è, senza mezzi termini, uno dei visionari dell’attuale corrente jazzistica. Le sue esperienze lo collocano al fianco di colossi del mainstream come della musica più avanzata (James Carter, Roscoe Mitchell, Tim Berne, Dave Holland, Chris Potter, Evan Parker), ma al di là di una indiscutibile versatilità stilistica come esecutore, la sua attività da leader è indirizzata a una ricerca spiccatamente personale, capace di far affluire nelle strutture jazzistiche gli stimoli dell’elettronica, la techno, il rock.
La sua evoluzione musicale è ampiamente documentata, a livello discografico, su ECM: dalle incisioni al servizio di Roscoe Mitchell, che per primo lo introdusse all’etichetta nel 1997, alle numerose registrazioni al fianco di altri leader, con proprie formazioni e anche in solo.
Nato a San Francisco nel 1963 Ralph Alessi si è formato come trombettista classico, ‘ereditando’ il mestiere del padre. Già attivo in campo cameristico e sinfonico, Alessi imbocca la strada della tromba jazz (ma si specializza anche come contrabbassista con Charlie Haden) per poi trasferirsi a New York, nel 1990. La scena downtown lo ha accolto a braccia aperte: Steve Coleman, Jason Moran, Don Byron, Ravi Coltrane, Fred Hersch, Uri Caine se lo sono conteso come collaboratore. Ma Alessi ha perseguito anche una sua attività da leader, soprattutto per eseguire le sue composizioni, capaci di spaziare da un forte legame con la tradizione post-boppistica alla musica contemporanea. Alessi è entrato recentemente nella scuderia discografica della ECM, rispondendo alla chiamata della storica etichetta tedesca con una musica di rara purezza sonora, incalzante pur nella sua calma apparente.
Ches Smith vanta una carriera da leader documentata da una discografia che è salita dalle piccole etichette indipendenti sino all’ECM. Ma in quanto batterista non meraviglia il trovarlo più frequentemente al servizio di gruppi altrui, in contesti che ne confermano sempre la vocazione spiccatamente modernista: da Tim Berne a John Zorn, Fred Frith, Marc Ribot… Recentemente lo si è sentito anche con Dave Holland.